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Racconto di una sposa che voleva fare la wedding planner

Pioggia non ti temo!

La mattina del matrimonio ogni sposa si sveglia con un misto di eccitazione e ansia: la mia era dettata dal meteo, l’incubo di tutte le spose! Purtroppo in quel 22 luglio le nuvole all’orizzonte non presagivano nulla di buono ma ero consapevole e certa che non mi sarei lasciata intimorire da un pò di pioggia. Del resto le previsioni parlavano di temporale dalle 10 alle 11 circa e alle 18, orario dell’inizio del matrimonio, non avrei avuto nulla da temere per la cerimonia e aperitivo all’aperto come da mesi avevo organizzato, soprattutto perché le temperature erano sui 35 gradi da qualche giorno e la pioggia non poteva di certo rinfrescare troppo l’aria nel periodo estivo. A luglio inoltrato non si può parlare di freddo e vento!

Il disastro

Il mio compagno era già uscito per andare a prendere i suoi genitori nell’hotel dove erano alloggiati, mentre io avrei atteso i miei direttamente all’atelier per il ritiro dell’abito da sposa. Arrivata al parcheggio alle 11… i fulmini! La mia faccia diventò pallida e l’ansia che la mattina faceva solo capolino mista all’emozione di quel giorno memorabile, iniziava a farsi strada nello stomaco, poiché l’atelier era a soli 10 minuti dalla location dove si sarebbe compiuto il rito e la distanza non dava molto bene a sperare. Arrivati i miei genitori, che conoscono ormai le mie espressioni, cercarono subito di calmarmi con le frasi del tipo “Meglio che piova ora che dopo, giusto? Quindi facciamolo sfogare e vedrai che oggi splenderà il sole come le previsioni dicono!”. Ci speravo, ma non ci credevo molto! Esco dall’atelier con il mio abito e …la prima goccia. Salgo in auto in tutta velocità, non prima di averlo caricato in macchina dei miei poiché sarebbe stato molto più comodo e si sarebbe meno sgualcito e…inizia a scrosciare! Appena in tempo, ma a mano a mano che mi avvicinavo alla location la pioggia aumentava! Era mezzogiorno e a breve sarebbero dovuti iniziare gli allestimenti floreali in giardino.

La disperazione

Non riuscivo a scendere dalla macchina, tanta acqua cadeva, ma presi coraggio e corsi in reception con l’abito ancora in auto, in mezzo minuto di tempo, per non bagnare e sporcare i capelli che di lì a breve la hair stylist avrebbe dovuto acconciare. La temperatura poi….19 gradi! Vento, freddo, le sedie già posizionate in giardino per portarsi avanti con i preparativi, completamente fradice e pozzanghere sia lungo la camminata che avrei dovuto fare, quella tanto attesa e sognata da mesi, provata a casa con le scarpe che avrei indossato, sia sull’erba dove gli ospiti avrebbero dovuto sedersi con i tacchi e i vestiti eleganti. Panico! Al momento più che camminare avrei dovuto nuotare! E non smetteva….non accennava a diminuire! Mi accomodai sui divanetti della reception in lacrime, frustrata, delusa, non prima di aver chiamato sia il location manager che la floral designer, fiduciosi e mai dubbiosi che il sole di lì a poco avrebbe fatto capolino tra la fitta coltre di nuvole, ma non potevo rischiare il fallimento dopo tanti mesi di preparazione, per cui chiesi alla location di allestire anche il piano B, di tenerlo pronto almeno per la cerimonia e nel caso anche per l’aperitivo: non sarebbe stata la stessa cosa per l’allestimento floreale, ma la parte più a rischio sarebbe stata salva, sperando che poi il tempo ci permettesse di prevedere il taglio torta al Laghetto dei Cigni come stabilito, dato che la cena era già prevista nel meraviglioso salone dello Zar per evitare l’afa. Pensate che ero talmente disperata che in quella giornata mi sembrava stupendo poter avere zanzare e afa! Per evitare di continuare a vedere quella pioggia, il location manager mi fece accomodare nella suite (ero riuscita in un momento di pioggia debole a scendere valigia e abito) e mi recapitò una bottiglia di vino e un cesto di frutta per stemperare la tensione e rilassarmi un pò! Al resto ci avrebbero pensato lui e la floral designer, certi che il sole a breve avrebbe riscaldato e asciutto tutta la parte esterna in tempo, con il mio più grande scetticismo. E poi dovevo preparare la camera perché di lì a poco sarebbero arrivati fotografi, videomaker, make up artist e hair stylist. Come sarebbe andata a finire? Me lo chiedevo continuamente…

Il miracolo

Arianna, la makeup artist, piombò in camera con tutta l’energia che mi aveva mostrato nei mesi precedenti tra prove trucco e prove capelli, assieme alla collega e non so quante borse e valigie tra le mani, pronta per la sfida! Le chiesi un pò titubante: “Che tempo fa fuori?” E lei, con aria tranquilla e spensierata mi fa presente: “Ha cessato di piovere…!” Quelle parole mi dettero un barlume di speranza, quando dopo mezz’ora mi squillò il telefono. Mio padre stava andando a farsi una nuotata in piscina, quindi questo significava che c’era il sole! Mi disse: “Caldo perfetto, sole, mentre attendo, tata (così mi chiama da una vita) mi faccio una nuotata e poi vado a prepararmi!”. Dovevo festeggiare quel momento tanto atteso, quello in cui il sole era tornato a splendere e stava asciugando tutto il disastro (assieme ai camerieri della villa, ovviamente) e assieme alle uniche persone che avevo in camera brindammo con un bel bicchiere di prosecco alla splendida giornata che si sarebbe prospettata. E dopo circa 3 ore di preparazione, non mi dimenticherò mai il momento in cui, indossato il mio abito, le scarpe e i gioielli, le emozioni tutte insieme si presentarono al cospetto del mio cuore: di lì a pochi minuti sarei scesa in tutto il mio splendore, come una principessa.

Il momento più emozionante della mia vita

Quando finalmente si cammina lungo la navata, tutto sembra fermarsi e migliaia di sensazioni e domande arrivano a flotte. L’immagine del papà che ti guarda perso, felice di poter vivere quel preciso momento, ti accompagnerà per sempre (ti voglio bene!), il bouquet che ti inebria col suo profumo (che rose e peonie meravigliose!), gli invitati pronti con il cellulare (ci saranno tutti?) e i fotografi con le loro macchine fotografiche in posizione (se inciampo ora è la fine!), i camerieri in fila composta e il location manager che lancia uno sguardo complice e fiero (avevo ragione, visto?), la musica scelta che ti accompagna passo dopo passo (voglio arrivare all’altare prima che parta il ritornello, sono mesi che ci penso!), la concentrazione di non inciampare nel tulle (di nuovo, se inciampo sai che figura!), quello splendido sole, come se non fosse mai piovuto (che fortuna che ho avuto, chi l’avrebbe mai detto!), tutti gli allestimenti, quelli che avevi studiato e progettato da mesi, tutti lì, al loro posto (il mio primo matrimonio da wedding planner, un successo!) e il piano A che si sarebbe attuato. Rimasi senza fiato, incredula, abbagliata da quel paesaggio con lo splendido architrave dalle tonalità rosa, giallo pastello e bianche ed ero pronta: ritrovai il fiato e mi diressi con gli ultimi passi rimasti verso il mio sposo che stava lì, con gli occhi pieni di commozione e amore, per iniziare, a partire dalle nostre promesse, una lunga vita insieme.

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Comments

  • Reply
    Luglio 1, 2024

    I found this article very enlightening. The author’s arguments were well-structured and thought-provoking. It would be interesting to hear how others interpret these points. Any thoughts?

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